Attualmente è in forte crescita la preoccupazione di tutela della privacy sui social network tanto che si stanno cercando con urgenza nuove e rigide norme per la privacy.
Oggi più che mai le piattaforme social fanno parte del nostro quotidiano perché è quasi diventata una regola condividere ogni istante della nostra vita con amici, conoscenti e perfetti sconosciuti. Questa costante presenza provoca il sorgere di facili tentativi di intrusione nella sfera privata di ognuno, mettendo a serio rischio la sicurezza e la riservatezza dei dati personali.
Come prima cosa dobbiamo imparare a riconoscere quanto un determinato servizio a cui diamo il consenso via smartphone sia affidabile o meno. Per far capire quanto sia facile mettere potenzialmente a rischio la propria privacy sui social, pensiamo per esempio a Facebook e a quante volte ci è capitato di accettare che si “intromettesse” nella nostra vita privata, autorizzando le applicazioni interne al social ed esponendo paurosamente molte informazioni personali e sensibili.
Esistono due regole di base per difendere i dati personali sui social.
La prima domanda che tutti dovremmo porci è: per quale motivo fornire a Facebook e a qualsiasi altro social informazioni private che non interessano a nessuno?
Molti utenti si ritengono tranquilli e tutelati dal momento che impostano nella privacy di pubblicazione la voce “Solo amici”. Ma attenzione perché questo passaggio purtroppo non basta ed è giusto sapere che chiunque, potenzialmente, potrebbe visualizzare quei dati e farne un uso che non siamo in grado di monitorare.
Un altro errore da evitare è l’autorizzazione ad app e servizi esterni a Facebook che non conosciamo, ma a cui accediamo internamente al social. Spesso si dimostrano poco sicuri e preoccupanti per i nostri dati personali.
In conclusione, l’educazione all’utilizzo intelligente dei social network non deve mai mancare da parte della famiglia. I genitori hanno il dovere di insegnare ai propri figli, sin dal loro primo contatto con i social, i rischi derivanti da una sbagliata esposizione sul web.